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Habemus papam! Chi è il cardinale americano Robert Prevost, Papa Leone XIV



Il 267° successore di Pietro è il cardinale americano Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome pontificale di Leone XIVAgostiniano, ex missionario in Perù e prefetto del dicastero per i vescovi, il nuovo pontefice porta una vasta esperienza pastorale e di governo della chiesa universale. L'elezione, giunta al termine di un conclave relativamente breve, porta alla guida della chiesa cattolica un porporato con una profonda esperienza missionaria, pastorale e di governo, sia sul campo in America Latina sia nel cuore della curia romana.

Nato a Chicago, Illinois (USA), il 14 settembre 1955, Robert Francis Prevost viene da una famiglia di origini francesi, italiane e ispano-americane. La sua vocazione matura presto e lo porta ad entrare nell'Ordine di Sant'Agostino, emettendo i voti solenni nel 1981 e venendo ordinato sacerdote l'anno successivo, nel 1982. Dopo aver conseguito il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino (Angelicum) a Roma, la sua vita prende una decisa svolta missionaria.

Per gran parte della sua vita sacerdotale, il cardinale Prevost ha fatto dell'America Latina, e in particolare del Perù, la sua seconda casa. Inviato nel 1985 nella missione agostiniana di Chulucanas, ha poi ricoperto numerosi incarichi all'interno dell'ordine in terra peruviana, tra cui quello di priore provinciale. La sua profonda conoscenza della realtà ecclesiale e sociale latinoamericana, la vicinanza ai poveri e l'impegno per la formazione del clero locale sono stati tratti distintivi del suo ministero. Nel 2001 è stato eletto priore generale dell'Ordine Agostiniano, ruolo che lo ha portato a Roma per due mandati, fino al 2013, permettendogli di acquisire una prospettiva universale sulla chiesa. Nel 2014, Papa Francesco lo nomina amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, in Perù, e l'anno successivo vescovo della medesima diocesi, dove si è distinto per il suo zelo pastorale e la sua capacità di gestione in una realtà complessa.

Il ritorno a Roma avviene nel 2023, quando Papa Francesco lo nomina prefetto dell'importante Dicastero per i Vescovi, un ruolo cruciale che si occupa della selezione e nomina dei vescovi in gran parte del mondo cattolico, e presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina. È in questa veste che, nel concistoro del 30 settembre 2023, viene creato cardinale. La sua nomina a prefetto fu vista come un segno della volontà di Papa Francesco di porre alla guida di un dicastero così strategico una persona con una vasta esperienza pastorale diretta e una profonda conoscenza della chiesa "delle periferie".

Nei suoi interventi e interviste da vescovo e cardinale, Robert Prevost ha spesso espresso pensieri importanti sulla necessità di una chiesa missionaria, capace di dialogare con il mondo contemporaneo senza annacquare il messaggio evangelico. Ha sottolineato l'importanza della sinodalità, della formazione permanente del clero e dei laici, e della centralità di Cristo nella vita del credente. 

La sua esperienza agostiniana lo ha portato a valorizzare la vita comunitaria, lo studio e la ricerca della verità nella carità. La scelta del nome Leone XIV potrebbe voler richiamare la forza, la sapienza pastorale e il coraggio dei suoi illustri predecessori che portarono questo nome, figure che hanno segnato la storia della chiesa per la loro guida ferma, la difesa della fede e, in alcuni casi, per il loro impulso al dialogo e all'aggiornamento ecclesiale, come nel caso di Leone Magno e Leone XIII passato alla storia con l'Enciclica Rerum Novarum.

L'enciclica Rerum Novarum, promulgata da Papa Leone XIII il 15 maggio 1891, è considerata una pietra miliare nella storia della Chiesa Cattolica e del pensiero sociale. Diverse caratteristiche fondamentali hanno contribuito al suo carattere storico e alla sua duratura influenza:

  • Testo fondativo della Dottrina Sociale della Chiesa: La Rerum Novarum è universalmente riconosciuta come il documento che ha dato inizio formale alla Dottrina Sociale della Chiesa. Per la prima volta, un'enciclica papale affrontava in modo sistematico e approfondito la "questione operaia", ovvero le difficili condizioni di vita e di lavoro della classe operaia emerse con la Rivoluzione Industriale.

  • Risposta alle trasformazioni sociali ed economiche: L'enciclica si inserì in un contesto di profondi cambiamenti economici e sociali, caratterizzati dall'industrializzazione, dalla nascita del capitalismo moderno e dall'emergere di nuove ideologie come il socialismo e il marxismo. La Chiesa sentì la necessità di offrire una propria prospettiva e una guida morale di fronte a queste "cose nuove" (traduzione del titolo latino Rerum Novarum).

  • Difesa della dignità e dei diritti dei lavoratori: Un elemento centrale dell'enciclica è la ferma difesa della dignità della persona umana del lavoratore. Leone XIII denunciò lo sfruttamento, i salari ingiusti, gli orari di lavoro disumani e le precarie condizioni igieniche nelle fabbriche. Affermò il diritto dei lavoratori a un "giusto salario" sufficiente a mantenere sé stessi e le proprie famiglie in modo dignitoso.

  • Affermazione del diritto alla proprietà privata con una funzione sociale: Pur criticando le derive del capitalismo sfrenato, l'enciclica difese il diritto naturale alla proprietà privata, anche per i lavoratori, come garanzia di libertà e stabilità. Tuttavia, sottolineò che la proprietà ha anche una funzione sociale e non può essere utilizzata a detrimento del bene comune.

  • Critica al socialismo integralista: La Rerum Novarum respinse la soluzione socialista basata sull'abolizione della proprietà privata e sulla lotta di classe, considerandola contraria alla natura umana e potenzialmente dannosa per gli stessi lavoratori. Propose invece la via della collaborazione e dell'armonia tra le classi sociali.

  • Ruolo dello Stato nella giustizia sociale: L'enciclica riconobbe la necessità di un intervento dello Stato per tutelare i diritti dei più deboli, in particolare dei lavoratori. Lo Stato ha il compito di promuovere la giustizia sociale, garantire condizioni di lavoro eque, prevenire gli abusi e sostenere il benessere generale.

  • Incoraggiamento all'associazionismo operaio: Leone XIII incoraggiò la formazione di associazioni di lavoratori, inclusi i sindacati di ispirazione cristiana, come strumento per difendere i loro diritti e promuovere i loro interessi in modo pacifico e costruttivo.

  • Impatto e influenza duraturi: La Rerum Novarum ebbe un impatto profondo e immediato, suscitando dibattiti e ispirando la nascita di movimenti sociali cattolici in molti paesi. La sua influenza si è protratta per tutto il XX secolo e oltre, venendo costantemente richiamata e sviluppata dalle successive encicliche sociali dei Papi (come la Quadragesimo Anno di Pio XI, la Mater et Magistra di Giovanni XXIII, la Populorum Progressio di Paolo VI e la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II). All'epoca della sua pubblicazione, fu percepita da alcuni come un vero e proprio "terremoto", segnando un punto di svolta nell'approccio della Chiesa alle questioni sociali.

In sintesi, la Rerum Novarum divenne storica per la sua capacità di leggere i segni dei tempi, per il coraggio di affrontare una questione sociale cruciale come quella operaia offrendo principi etici e direttive concrete, e per aver inaugurato un filone di insegnamento sociale che continua ad essere rilevante per la Chiesa e per la società contemporanea.

Le sfide che attendono Papa Leone XIV sono molteplici, dalla promozione della pace in un mondo frammentato alla continuazione del cammino di riforma della chiesa, dall'evangelizzazione nelle società secolarizzate al dialogo con le altre culture e religioni. La sua provenienza dal continente americano e la sua lunga esperienza in America Latina potrebbero portare una sensibilità particolare verso le chiese del sud del mondo e le tematiche della giustizia sociale.