Risolvere i problemi dell'economia mondiale "costruendo" una guerra alla Siria (l'agenda nascosta dietro la risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU)


di Ronda Hauben
membro del Global Research

I – Introduzione
Martedì, 4 ottobre, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha annunciato di voler riprendere un progetto di risoluzione sulla Siria. Questo incontro doveva essere un’occasione, nella quale le lezioni che alcuni membri del Consiglio di Sicurezza avevano tratto dall’esperienza con le risoluzioni sulla Libia, potevano riflettersi sul loro comportamento riguardo ad un progetto di risoluzione contro la Siria. Diverse settimane prima, era stato detto ai giornalisti che c’erano due diverse bozze di risoluzione sulla Siria presentate al Consiglio di Sicurezza. Un progetto di risoluzione sulla Siria era stato proposto da Russia e Cina. Russia e Cina hanno dichiarato che la loro risoluzione era stata progettata per favorire un processo pacifico per aiutare il governo siriano sia ad effettuare le riforme secondo il suo desiderio dichiarato che con la violenza estremista contro il governo siriano che rendeva tali riforme difficili. L’altro progetto di risoluzione è stato presentato da altri quattro membri europei del Consiglio di Sicurezza – Francia, Regno Unito, Germania e Portogallo.


(1) Questo progetto condannava le azioni del governo siriano. Non si opponeva all’intervento straniero negli affari interni della Siria. Il progetto europeo invitava tutti gli Stati a negare armi al governo siriano, ma non faceva alcuna richiesta di negare armi all’opposizione armata. La bozza del progetto europeo individuava il problema nel governo siriano, similmente a come la risoluzione 1973 individuava il problema in Libia nel governo guidato da Muammar Gheddafi. Arrivando nella zona controllata dove erano riuniti i giornalisti, i quattro membri Europei del Consiglio di Sicurezza hanno informato i giornalisti che avevano chiesto un voto per la loro risoluzione, quella sera in una riunione programmata per le 6 pm. 

II – Il voto del Consiglio di sicurezza sul progetto di risoluzione europea
Alle 18:20, l’ambasciatore nigeriano U. Gioia Ogwu come Presidente del Consiglio di Sicurezza per il mese di ottobre, ha aperto l’incontro. (2) Ai sensi dell’articolo 37 del regolamento provvisorio di procedura del Consiglio di Sicurezza, ha invitato l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite Bashar Ja’afari a partecipare alla riunione (3). Il Presidente del Consiglio di Sicurezza ha chiesto un voto sul progetto di risoluzione europea. Nessun membro aveva parlato prima del voto. Ci sono stati nove voti a favore della risoluzione, due voti contrari e quattro astensioni. Hanno votato a favore del progetto di risoluzione Bosnia-Erzegovina, Colombia, Francia, Gabon, Germania, Nigeria, Portogallo, Regno Unito, e Stati Uniti. Hanno votato contro Cina e Russia. Si sono asteuti ​il Brasile, l’India, Libano e Sud Africa. Il voto ‘no’ di Cina e Russia, come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, ha rappresentato un doppio veto al progetto di risoluzione europea. Il progetto di risoluzione europeo non è riuscito a passare.

III – Commenti delle Nazioni che hanno votato ‘No’ alla risoluzione
Quello che c’era di diverso in questa situazione, rispetto al voto sulla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza sulla Libia, è che i due membri permanenti Russia e Cina invece di astenersi, come avevano fatto sulla risoluzione libica a marzo, questa volta hanno votato ‘no’. L’ambasciatore della Federazione russa alle Nazioni Unite Vitaly Churkin ha spiegato il suo voto. Egli ha detto che in collaborazione con la Cina, la Russia aveva preparato un progetto di risoluzione sostenuto da Brasile, India e Sud Africa. La filosofia fondamentale del progetto di risoluzione che aveva elaborato, ha spiegato, era quello di sostenere il rispetto per la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Siria, e il principio di non intervento negli affari interni. Questi sono principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. Tale sforzo, ha sostenuto, ha richiesto la necessità di astenersi dal confronto. Non ci dovrebbero essere minacce, ultimatum, o sanzioni contro il governo siriano. "La situazione in Siria non può essere considerata nel Consiglio separatamente dall’esperienza libica", ha detto l’ambasciatore Churkin. (Trascrizione, p. 4) Ha fatto riferimento all’allarme espresso dalla comunità internazionale in seguito alle dichiarazioni della NATO secondo cui le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sulla Libia hanno fornito un modello per le azioni future della NATO. Churkin ha sottolineato in particolare come le parole delle Risoluzioni 1970 e 1973 sulla Libia siano state travisate da alcuni membri del Consiglio. La richiesta di un cessate il fuoco rapido, è stata trasformata nella richiesta di una vera e propria guerra civile. La fornitura di una no fly zone, ha spiegato, "si è trasformata nel bombardamento delle raffinerie di petrolio (libiche), delle stazioni televisive e di altri siti civili". (Trascrizione, p. 4) L’embargo sulle armi è stato usato come pretesto per un blocco navale che ha influito sugli aiuti umanitari. La richiesta di evitare una tragedia a Bengasi ha portato a una tragedia a Sirte e Bani Walid, ha osservato l’ambasciatore. Anche se Churkin non ha presentato una descrizione specifica di questa tragedia, campagne di bombardamenti della NATO venivano effettuate contro i civili a Bani Walid e Sirte, proprio mentre il Consiglio si riuniva. "Questi tipi di modelli devono essere esclusi dalle pratiche globali una volta per tutte", ha detto Churkin. Una delle ragoni che Churkin ha addotto per ll voto contrario al progetto europeo, è che coloro che avevano scritto la risoluzione si erano rifiutati di accettare la formulazione di un divieto contro l’intervento straniero nel conflitto siriano. "Le nostre proposte per la formulazione della non accettabilità di un intervento straniero non sono state prese in considerazione e, sulla base dei noti eventi in Nord Africa, questo può solo metterci in guardia", Churkin ha detto al Consiglio. Mentre l’Ambasciatore Russo ha condannato la repressione di manifestazioni non violente da parte del Governo Siriano, ha anche sottolineato la necessità di condannare le azioni violente degli estremisti contro il governo siriano, adottate illegalmente e volte a guadagnare sponsor stranieri per le loro azioni. Churkin si è offerto di continuare a lavorare sulla bozza di risoluzione russo-cinese per supportare un processo verso una risoluzione pacifica del conflitto interno siriano. L’ambasciatore della Cina alle Nazioni Unite Li Baodong, spiegando il suo voto proprio contro il progetto di risoluzione europea, ha invitato tutte le parti in Siria ad evitare la violenza. Un ulteriore intervento del Consiglio di Sicurezza sulla questione della Siria, ha detto, dovrebbe dipendere dal fatto che tale azione faciliterebbe l’allentamento della tensione in Siria, contribuendo a disinnescare le differenze attraverso il dialogo politico, e contribuendo al mantenimento della pace e della stabilità nella Medio Oriente. Per la Cina era importante che gli sforzi del Consiglio di Sicurezza rispettassero la Carta delle Nazioni Unite e il principio di non ingerenza negli affari interni degli stati, "che ha un impatto sulla sicurezza e la sopravvivenza dei paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi di piccole e medie dimensioni", ha detto l’ambasciatore Li al Consiglio di Sicurezza. L’ambasciatore cinese ha ricordato al Consiglio che vi erano due progetti di risoluzione, uno dei quali supportato dalla Cina perché "sostiene il rispetto della sovranità della Siria e la risoluzione della crisi attraverso il dialogo politico." L’altro progetto, quello che è stato bocciato, si concentrava "esclusivamente sull’esercizio di pressioni sulla Siria, anche minacce di sanzioni ", ha spiegato. 

IV – Le Nazioni che si sono Astenute Spiegano il loro voto
Anche le quattro nazioni che si sono astenute hanno parlato al Consiglio sui motivi dei loro voti. L’ambasciatore indiano Hardeep Singh Puri, ha spiegato che gli stati hanno l’obbligo "di rispettare le aspirazioni fondamentali e rispondere alle lamentele" del loro popolo. (Trascrizione, p. 6) "Allo stesso tempo", ha detto, "gli stati hanno anche l’obbligo di proteggere i loro cittadini dai gruppi armati e militanti." Per chiarire la sua preoccupazione, ha detto, "Mentre il diritto delle persone a protestare pacificamente deve essere rispettata, gli stati non possono non prendere i provvedimenti opportuni, quando i gruppi militanti – armati -ricorrono alla violenza contro l’autorità e le infrastrutture dello Stato" Ha ravvisato la necessità per la "comunità internazionale" di dare "tempo e spazio al governo siriano per implementare le misure di vasta portata della riforma annunciata." Perché questo accada, ha proposto, è necessario "che le forze di opposizione in Siria abbandonino il percorso di insurrezione armata e si impegnino in modo costruttivo con le autorità." L’ambasciatore indiano ha avvertito che la comunità internazionale dovrebbe "non complicare la situazione con minacce di sanzioni, cambio di regime, eccetera." L’ambasciatore del Sud Africa Basu Sagqu ha spiegato l’astensione del suo paese. Egli ha osservato: "Abbiamo visto di recente che le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono state abusate, e che la loro attuazione è andata ben oltre il mandato di ciò che era nelle intenzioni." (Trascrizione, p. 11) Ha chiesto se i piani degli sponsor europei del progetto di risoluzione non facessero parte di un’"agenda nascosta, destinata ancora una volta a istituire un cambiamento di regime che è stato un obiettivo chiaramente espresso da alcuni." Si riferiva al rifiuto da parte dei membri europei del Consiglio di Sicurezza di utilizzare un "formulazione che escludesse chiaramente la possibilità di un intervento militare nella risoluzione …." Egli ha proposto che "il Consiglio di Sicurezza dovesse procedere con cautela sulla Siria per non esacerbare una situazione già esplosiva". L’Ambasciatore del Libano Nawwaf Salam ha detto che il suo paese si è astenuto per difendere il diritto alla sovranità della Siria e "l’integrità della sua gente e del suo territorio" e per proteggere l’unità e la stabilità. della Siria(Trascrizione, p. 9) Spiegando perché la nazione si era astenuta dal voto per il progetto di risoluzione, l’Ambasciatore del Brasile Maria Luiza Ribeiro Viotti ha detto che il progetto di risoluzione europea era stata corsa al voto, piuttosto che lasciare il tempo necessario per esprimere le preoccupazioni sollevate dai membri al riguardo. (Trascrizione, p. 11-12)

V – Voti delle Nazioni che Sponsorizzano il progetto di risoluzione
Spiegando il loro voto a favore della risoluzione, Francia, Regno Unito, Germania e Portogallo hanno descritto ciò che sta accadendo in Siria, soprattutto come un movimento per la "libertà e democrazia" essenzialmente negando che ci sono stati violenti attacchi contro il governo siriano o un intervento straniero che incoraggia questi attacchi. La loro risposta alle preoccupazioni espresse da Russia e Cina e da altri membri del Consiglio è stata quella di respingere le questioni che avevano sollevato. I quattro membri europei hanno portato il loro progetto di risoluzione al voto senza risolvere le divergenze. Anche se probabilmente avevano previsto un veto, hanno affermato di essere sorpresi dai risultati del voto. L’Ambasciatore britannico Sir Mark Lyall Grant ha dichiarato che il loro testo "non contiene nulla per cui ogni membro di questo Consiglio dovrebbe sentire il bisogno di opporsi." (Trascrizione, p. 7)

VI – Altri membri del Consiglio che hanno votato a Favore del Progetto di risoluzione
L’ambasciatore Usa Susan Rice ha detto che gli Stati Uniti sono "indignati" per l’azione del Consiglio. (Trascrizione p. 8). Gli Stati Uniti non hanno offerto risposte concrete alle preoccupazioni sollevate da altri membri del Consiglio sulla risoluzione, come la preoccupazione dell’ambasciatore Churkin su come le parole della risoluzione libica sono state travisate, o la preoccupazione del Sud Africa che il progetto di risoluzione europea sulla Siria potesse essere utilizzato per azioni al di là di ogni mandato previsto da tutti i membri del Consiglio. L’Ambasciatore Rice semplicemente ha detto che la risoluzione contro la Siria non riguardava "un intervento militare" o la Libia. In nessuna parte delle sue osservazioni, c’era una risposta al problema sollevato da altri membri del Consiglio per i presunti interventi stranieri, come quello di Turchia e altri Stati che stanno ripetendo con la Siria lo stesso modello che le nazioni NATO avevano seguito nel caso della Libia. Colombia e Bosnia hanno espresso il loro sostegno alla risoluzione di condanna del governo siriano. Gabon e Nigeria non hanno parlato per spiegare perché hanno votato a favore della risoluzione europea.

VII – Commento siriano al Consiglio
Dopo che a tutti i membri del Consiglio che avevano chiesto di parlare, è stata data la parola, l’ambasciatore siriano Ja’afari è stato invitato a presentare i suoi commenti al Consiglio. E’ la solita prassi del Consiglio di Sicurezza per consentire a un membro delle Nazioni Unite con un interesse effettivo in una questione presa in considerazione, di presentare la sua posizione, ma solo dopo una votazione. L’ambasciatore siriano ha suggerito che la ragione per cui i paesi della NATO stanno prendendo di mira il suo paese per un’azione ostile non è a causa di preoccupazioni umanitarie. La base per le loro azioni ostili, ha detto, è "dovuta alla nostra posizione politica indipendente, che non è conforme alle agende di quelle capitaliste." (Trascrizione, p. 12) Indicando i massacri e le violazioni dei diritti umani da parte degli USA e di altre nazioni occidentali in Vietnam, Laos, Cambogia, Algeria, molti paesi africani, Iraq, Afghanistan e Libia, Ja’afari ha detto di non capire come li si potesse ignorare. Il sottinteso era che le nazioni che hanno presentato la bozza di risoluzione al Consiglio hanno avuto un doppio standard sulle violazioni dei diritti umani che hanno chiesto al Consiglio di condannare. Riconoscendo la necessità e il desiderio del popolo siriano e il desiderio del governo di attuare riforme economiche, politiche e sociali, ha denunciato l’uso improprio di tali richieste per cercare "di facilitare l’opposizione esterna" e "aprire la strada a un intervento esterno." Egli ha avanzato l’idea che, "incoraggiare le richieste radicali dell’opposizione in Siria di rovesciare il governo con la forza delle armi, violenza e terrorismo, equivale ad un colpo di stato sostenuto da potenze esterne …." (Trascrizione, p. 14) Ha sostenuto che "l’intervento del Consiglio di sicurezza negli affari interni siriani aggrava ulteriormente la situazione e manda un messaggio agli estremisti e terroristi. – Che i loro atti di sabotaggio e di violenza … sono incoraggiati e sostenuti dal Consiglio di sicurezza" (Trascrizione, p . 14) Concludendo i suoi commenti, ha espresso il suo apprezzamento agli Stati che avevano respinto quello che ha definito come un abuso del Consiglio. "Se siamo ottimisti riguardo al Consiglio", ha detto, "è perché noi continuiamo a sentire l’eco della voce dei saggi nella Camera". La riunione del Consiglio di Sicurezza si è conclusa alle 7:45 pm.

VIII – Alcuni esempi di commenti dei Cittadini della Rete sulla risoluzione
Mentre gran parte dei media occidentali ha descritto la riunione del Consiglio di Sicurezza del 4 Ottobre nei termini proposti dai membri statunitensi ed europei del Consiglio, molte risposte postate su Internet hanno dimostrato che ci sono molte persone che si oppongono alle azioni dei membri occidentali del Consiglio di sicurezza (4). Per esempio, in una risposta alle notizie di stampa secondo cui l’ambasciatore Rice ha detto che gli Stati Uniti erano "indignati" dal veto russo e cinese al progetto di risoluzione europeo, una netizen ha chiesto: "Dov’è tutta l’indignazione contro gli Stati Uniti e la repressione dell’Europa contro i manifestanti ? Dov’è la risoluzione delle Nazioni Unite su tutto questo? " Un certo numero di cittadini della rete ha applaudito il veto di Russia e Cina alla risoluzione europea contro la Siria. Alcuni cittadini della rete hanno scritto che la Russia e la Cina "avrebbero dovuto porre un veto anche alla risoluzione libica." Un netizen ha espresso l’opinione che "loro (Russia e Cina) hanno consentito alla NATO di uccidere i libici, e distruggere il paese solo per poter fare un sacco di soldi con i contratti per la ricostruzione ." Un netizen americano che ha espresso un’opinione simile, riferendosi al presidente degli Stati Uniti Obama, ha detto: "Suppongo che il nostro Premio Nobel per la Pace voglia diffondere altra pace nel mondo. Dovrà farlo in stile Bush senza l’approvazione dell’Onu ». Un altro netizen ha detto che un veto come questo pochi mesi fa nella situazione libica avrebbe impedito il "genocidio attualmente in corso e la catastrofe che gli Stati Uniti, la Francia e il cosiddetto Regno Unito hanno portato nella nazione libica tramite bombardamenti NATO e l’evidente – spudorato sostegno alla rivolta armata. Forse c’è ancora una possibilità per la ‘Nazioni Unite’ di riabilitarsi dal punto di vista storico e recuperare la sua credibilità da lungo tempo perduta e una posizione onorevole. " Esprimendo un punto di vista simile, un netizen ha concluso il suo commento, dicendo "Se una ‘no-fly zone’ viene interpretata da Obama e Sarkozy come 6 mesi di bombardamenti illimitati (della Libia), come potrebbero la Cina e la Russia azzardarsi a consentire un qualunque tipo di risoluzione su un altro Paese". 

IX – Conclusione
Confrontando la riunione del Consiglio di Sicurezza del 4 ottobre, che ha respinto l’ostile progetto di risoluzione europeo contro la Siria, con l’incontro del 17 marzo che ha approvato la risoluzione 1973 contro la Libia, quello che emerge è che il 4 ottobre, alcuni membri del Consiglio di Sicurezza hanno riconosciuto le azioni violente di alcuni oppositori interni contro il governo siriano. In marzo il Consiglio non era riuscito a riconoscere l’insurrezione armata contro il governo libico. Una lezione che molti membri del Consiglio sembrano aver tratto dall’azione del Consiglio di Sicurezza sulla Libia, è stata la necessità di evitare di approvare una risoluzione vaga o ostile che potrebbe essere abusata da nazioni potenti come pretesto per realizzare un programma segreto di cambio di regime. L’opposizione nel Consiglio di Sicurezza al progetto europeo ha dimostrato una determinazione a impedire un’intervento come quello della NATO contro la Siria, simile a quello che era stato effettuato dagli Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna contro la Libia, attraverso l’uso della NATO. L’esperienza libica ha dimostrato che questi potenti governi occidentali potrebbero fare quello che vogliono usando una risoluzione del Consiglio di Sicurezza come pretesto e il Consiglio di Sicurezza non avrebbe i mezzi per fermare tali abusi delle sue risoluzioni. Il dovere del Consiglio di Sicurezza secondo la Carta delle Nazioni Unite è quello di lavorare per la risoluzione pacifica dei conflitti che interessano la pace e la sicurezza in ambito internazionale. La situazione in Siria, com’è accaduto in Libia, è un affare interno complicato da un intervento estero . Il fatto che molti civili libici sono stati e hanno continuato ad essere uccisi da missioni di bombardamento della Nato in Libia mentre il Consiglio prendeva in considerazione una risoluzione simile contro la Siria, ha offerto uno scenario grottesco, per il fatto che alcuni membri della NATO che sono membri del Consiglio di Sicurezza hanno continuato a tentare di utilizzare il Consiglio di Sicurezza per rivendicare l’autorità legale per il loro attacco, chiaramente illegale, alla sovranità delle nazioni membri delle Nazioni Unite (5). I commenti dei Netizen in risposta ai resoconti dei media occidentali a sostegno di tali azioni illegali, dimostrano un rifiuto da parte di questi netizen del tipo di azione che la NATO ha intrapreso contro la Libia. Lo sforzo dei membri della NATO del Consiglio di Sicurezza per utilizzare la risoluzione Libia come modello per sostenere il loro attacco alla Siria, è stato accolto da un doppio veto e quattro astensioni nel Consiglio di Sicurezza. E’ stato affrontato anche da netizen che hanno inviato articoli e commenti su Internet per contrastare le azioni della NATO e mostrare approvazione per i veti russo e cinese al progetto di risoluzione europea.

Ronda Hauben è stato un corrispondente presso l’ONU per gli ultimi 5 anni e ha scritto articoli sulle Nazioni Unite prima per l’edizione inglese di OhmyNews International, e più recentemente come editorialista del blog taz.de . E’ co-autore del libro "Netizens:. Storia e impatto di Usenet e Internet".
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