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Censis, Italia nella “trappola digitale”. Serviranno 30 anni per uscirne.


Il 59° Rapporto Censis fotografa un Paese intrappolato tra scarsi investimenti nell’istruzione, dipendenza da tecnologia e dilagare delle fake news. Una spirale che spegne lo spirito critico e minaccia il futuro.

Un Paese che galleggia nell’“età selvaggia”

L’Italia è ferma, sospesa in quella che il Censis definisce “l’età del ferro e del fuoco”: un’epoca di pulsioni irrazionali e fragilità culturale. Dietro questa immagine apocalittica si nasconde un circolo vizioso che mina le basi della democrazia: ignoranza digitale, povertà educativa e disuguaglianze generazionali.

Dipendenza digitale e fake news: il virus invisibile

I dati sono impietosi:

  • 46,1% degli italiani tra 16 e 64 anni trascorre oltre 4 ore al giorno online per svago.
  • Tra gli adolescenti la quota sale al 64,5%.
  • 27,8% ammette di non saper distinguere il vero dal falso sul web.
  • 60,5% ha visto almeno un deepfake, spesso senza accorgersene.

Nel frattempo, la carta stampata crolla: solo il 21,7% legge quotidiani, mentre la disinformazione dilaga sui social.

Istruzione tradita: ultimi in Europa

La radice del problema è chiara: l’Italia investe appena il 3,9% del PIL nell’istruzione, contro il 4,7% della media UE. Per l’università, la spesa per studente è meno della metà di quella tedesca. Risultato? Solo il 21,6% dei cittadini è laureato, e le competenze digitali di base riguardano appena il 45,8% della popolazione.

Tra i più giovani la situazione è drammatica: 41,4% degli studenti di terza media non raggiunge competenze alfabetiche adeguate, mentre in matematica il deficit tocca il 44,3%.

Disuguaglianze che si tramandano

Il divario educativo si trasforma in destino: solo il 15% dei figli di genitori senza diploma arriva alla laurea, contro il 63% di chi ha almeno un genitore laureato. E oltre un quarto dei giovani non crede che la scuola possa garantire il futuro.

Il peso del debito: il futuro ipotecato

L’Italia spende più per interessi sul debito (85,6 miliardi €) che per investimenti (78,3 miliardi €). Ogni euro sottratto all’istruzione è un euro sottratto al futuro.

Quanto tempo serve per cambiare?

Anche portando subito gli investimenti alla media europea, servirebbero 25-30 anni per una vera inversione. Il Piano UE punta a ridurre gli studenti con risultati insufficienti sotto il 15% entro il 2030, ma è solo un primo passo.

La sfida politica del secolo

Investire oggi per i cittadini del 2050 è la sfida più difficile: i benefici arriveranno tra decenni, non alle prossime elezioni. Ma senza coraggio, l’Italia resterà intrappolata tra dipendenza digitale e povertà educativa, sacrificando un’intera generazione.

👉 La scelta è ora: investire nel sapere o condannarsi alla mediocrità. Il tempo stringe.


Link utili per approfondire i temi trattati nell’articolo:

📊 Rapporto Censis 2025 – documento ufficiale

🧠 Dipendenza digitale e deepfake

🎓 Investimenti in istruzione – confronto UE

🏛️ Piano d’azione UE sulle competenze di base

  • Action Plan on Basic Skills (Marzo 2025) (Commissione Europea): documento ufficiale che punta a ridurre al 15% entro il 2030 la quota di studenti con competenze insufficienti in lettura, matematica e scienze.

📉 Grande Debito e pressioni sui conti pubblici