La bomba su Hiroshima e la storia scritta dai "vincitori" (a scapito degli sconfitti)


L'ammiraglio americano William Daniel Leahy manifestò subito e apertamente il suo dissenso: "Ques'arma è disumana, è stata usata su persone ormai già sconfitte e pronte alla resa". Non solo: "Gli americani hanno adottato uno standard etico comune a quello dei barbari".


Erano passate solo poche ore dal bombardamento su Hiroshima e tra le fila dei militari USA cominciava già a farsi strada la presa di coscienza di un orrore incancellabile: quello delle armi per la distruzione di massa. In particolare, le parole dell'autorevole ammiraglio Leahy pesano come macigni sulla coscieza statunitense, lasciando intendere l'inutilità della barbarie atomica nei confronti di un nemico ormai pronto alla resa. Una coscienza evidententemente fuorviata e edulcorata ancora oggi da libri di storia scritti dai "vincitori" della grande guerra a scapito degli "sconfitti". Una lezione che è bene tenere a mente visto che, come ben sappiamo, la storia si ripete sempre.

Stanley Frankel, militare stanziato nelle Filippine, mente l'Enola Gay sorvolava Hiroshima affermava: "La bomba atomica fu una sorpresa per noi tutti e devo confessare che fu una sorpresa piacevole. Solo anni dopo ho realmente capito l'orrore delle bombe atomiche. Lo sgancio della seconda bomba atomica sulla citta' di Nagasaki fu altrettanto felice anche se non riuscivamo a comprenderne le implicazioni. Pensavamo che servivano 2 bombe, e poi forse uno sgancio ogni settimana. Continuavamo a credere i giapponesi avrebbero continuato a lottare fino a quando noi avremmo invaso e catturato le loro isole."(1)



Tutto ciò accadeva mentre l'Imperatore del Giapponese, Hirohito, dichiarava in una riunione d'emmergenza dei "Grandi 6" (Il consiglio supremo per la direzione della guerra era composto da 6 membri) quanto segue: "Ho fatto seri pensieri sulla situazione in patria e all'estero e ho concluso che continuando la guerra significa distruzione della nazione e un prolungamento di massacri e crudelta' nel mondo. Non posso sopportare di vedere la mia gente innocente soffrire ancora. Terminare la guerra e' l'unico modo per reinstaurare la pace nel mondo e di alleviare la nazione dalla terribile afflizione nella quale e' caduta".(1)

Consiglio vivamente di approfondire il momento in cui maturarono gli orrori di Hiroshima e Nagasaki per comprendere come, secondo me, quelli furono semplicemente atti di vendetta sanguinaria fine a se stessa. Atti di barbarie, come lo stesso Leahy li definisce, che i libri di storia non descrivono con la doverosa e conseguente condanna. Libri di stroria che, è evidente, vengono ancora oggi scritti senza obittività e sotto dettatura di una cultura figlia dei "vincitori" della guerra. Esattamente ciò che accade per ogni guerra, comprese quelle attualmente in svolgimento. Questa riflessione, quindi, vuole essere un monito a ricercare strenuamente l'obiettività nelle ricostruzioni storiche. Specie quelle che riguardano le guerre.




65 anni dopo l'orrore di Hiroshima gli USA sono presenti alla commemorazione per le vittime. Un buon segno. Che incoraggia ad un passo ulteriore: quello di ammettere di aver commesso un massacro crudele e inutile.


(1) da Unconditional Defeat di Thomas W. Zeiler - pag.189
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