Chi è Matteo Zuppi: il Cardinale della prossimità, da Trastevere alla diplomazia vaticana per la Pace
Le radici romane e l'impronta di Sant'Egidio
Matteo Zuppi viene da Roma, nato nella capitale nel 1955 e cresciuto nello storico quartiere di Trastevere. La sua formazione è indissolubilmente legata alla Comunità di Sant'Egidio, frequentata fin da studente liceale al Virgilio. Questa esperienza lo segnerà profondamente, radicando in lui una forte sensibilità per i poveri, i marginalizzati, il dialogo interreligioso e, soprattutto, la costruzione della pace. È all'interno della Comunità che muove i primi passi nel servizio agli ultimi e nell'impegno per la risoluzione dei conflitti. Un legame, quello con Sant'Egidio, che lo accompagnerà per tutta la vita, tanto da diventarne Assistente ecclesiastico generale nel 2000. Non secondaria, nella sua storia familiare, la figura dello zio, il Cardinale Carlo Confalonieri.
Il percorso pastorale: dalla parrocchia alla cattedra di Bologna
Ordinato sacerdote nel 1981 (prima per la diocesi di Palestrina, poi incardinato a Roma), Zuppi ha fatto un lungo percorso pastorale "sul campo". Per oltre vent'anni è stato parroco della Basilica di Santa Maria in Trastevere, cuore pulsante della Comunità di Sant'Egidio, diventando un punto di riferimento per il quartiere e per la città, noto per la sua capacità di ascolto e la sua vicinanza alle persone comuni. Questa esperienza diretta dei problemi e delle speranze della gente forgia il suo stile episcopale. Nominato Vescovo Ausiliare di Roma nel 2012, Papa Francesco lo sceglie nel 2015 come Arcivescovo Metropolita di Bologna, una delle sedi cardinalizie più importanti d'Italia, succedendo al Cardinale Carlo Caffarra. Anche a Bologna si distingue per uno stile sobrio e diretto, l'uso della bicicletta, la continua attenzione alle "periferie esistenziali". Nel 2019, Papa Francesco lo crea Cardinale.
L'uomo della pace e del dialogo
Ciò per cui si è distinto in modo particolare, anche a livello internazionale, è il suo ruolo di mediatore e costruttore di pace, un'abilità affinata negli anni con Sant'Egidio. Fu uno dei quattro mediatori che nel 1992 portarono alla storica firma degli Accordi di Pace di Roma, che posero fine a 16 anni di sanguinosa guerra civile in Mozambico. Un successo diplomatico che dimostrò la forza del dialogo paziente e dell'inclusione. Questa sua "specializzazione" nella diplomazia della carità e del dialogo è stata riconosciuta da Papa Francesco che, nel 2023, lo ha nominato suo Inviato Speciale per cercare vie di pace nel conflitto tra Russia e Ucraina, una missione delicatissima che lo ha visto viaggiare tra Kyiv, Mosca, Washington e Pechino.
Pensieri chiave: Chiesa in uscita, fraternità e speranza
Nelle sue interviste e nei suoi scritti, emergono alcuni pensieri importanti che delineano la sua visione. Zuppi parla spesso di una "Chiesa in uscita", che non ha paura di sporcarsi le mani e di andare incontro alle persone là dove vivono, soffrono e sperano, riecheggiando Papa Francesco. Sottolinea l'importanza della "fraternità" come antidoto all'individualismo e alla "cultura dello scarto", insistendo sull'accoglienza dei migranti e sulla necessità di non voltarsi dall'altra parte di fronte alla povertà. Riguardo alla pace, oltre a definirla "artigianale", ha affermato che essa "non è mai un dato di fatto, ma una conquista" che richiede "fantasia", "coraggio" e la capacità di "parlare con tutti", anche con chi è considerato nemico. Ha ribadito più volte che la pace "esige giustizia" e che bisogna lavorare sulle cause profonde dei conflitti. Come Presidente della CEI (dal 2022), promuove un cammino sinodale basato sull'ascolto reciproco all'interno della Chiesa italiana. Un tema ricorrente nei suoi interventi è quello della speranza cristiana, non come ingenuo ottimismo, ma come forza che nasce dalla fede e spinge all'impegno concreto anche nelle situazioni più difficili.
In sintesi, il Cardinale Zuppi rappresenta una figura poliedrica: pastore vicino alla gente, erede della visione sociale e pacificatrice di Sant'Egidio, leader della Chiesa italiana impegnato nel dialogo interno ed esterno, e diplomatico vaticano al servizio della pace globale. Un profilo che lo rende uno degli uomini chiave del pontificato di Francesco e una voce ascoltata ben oltre i confini ecclesiali.
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