I migranti, il cinismo e la primavera araba lasciata sfiorire
I migranti, il cinismo ormai dilagante e la primavera araba lasciata sfiorire da un'Europa disattenta e ripiegata su se stessa da una politica che sa solo guardarsi gli alluci. E comincerei proprio da quelli: dagli alluci.
Da quanti anni gli esperti in flussi migratori ci dicono che sarebbe andato aumentando in modo esponenziale il numero di persone che da paesi in guerra o sottosviluppato avrebbe cercato una nuova speranza altrove? E da quanto tempo assistiamo a tutto questo inermi o addirittura pensando solo a come respingerli e farli restare a casa loro? Cosa sarebbe successo all'Italia senza la spinta di riflesso che ci è arrivata proprio dai flussi migratori? Che Paese saremmo, ora, se USA o Germania negli anni '50 e 60' avessero bloccato le frontiere lasciandosi in balia dei mercanti della clandestinità?
Troppe domande, vero? Me ne rendo conto. Ma in cuori mio si tratta di quesiti retorici, la cui risposta è fin troppo scontata. Ma mi rendo conto che così non è per tutti. Ultima domanda: per quale motivo dalle coste della Libia, dell'Africa o di tutti il mediterraneo un migrante non può raggiungere il nostro Paese pagando un semplice biglietto di viaggio e sottoponendosi poi alle regole che la comunità internazionale ha stabilito? E' il primo punto che trovo inaccettabile. Tutti hanno diritto ad una speranza. Tutti dovrebbero aver diritto ad un'occasione di riscatto. Eppure, perdonate la retorica, ci ritroviamo a scrutare inorriditi le foto che ritraggono i corpicini di bambini di pochi mesi annegati nel mare del cinismo e dell'indifferenza.
Abbiamo lasciato sfiorire la primavera araba che pure era stato un momento storico di rivalsa democratica in paesi troppo a lungo tenuti sotto il giogo del totalitarismo. Abbiamo tifato per loro e contro chi li teneva lontani da noi. Abbiamo sperato in un improvviso sviluppo ma siamo restati fermi a guardare senza fare niente. Una politica che sa solo guardare alle prossime elezioni e emettere proclami solo in funzione di proseliti da far accogliere alla pancia degli elettori, la parte peggiore di ogni democrazia. Quella che da alcuni anni, complice la crisi economica che ci abbrutisce ogni giorno di più, ha preso il sopravvento ed è diventata inarrestabile.
Tutta retorica, anche questa. Me ne rendo conto. E allora una proposta, chiara e forte: l'Europa permetta ai flussi migratori di spostarsi secondo leggi e regole certe. Un sistema che metta al bando il clandestinismo e i mercanti dei nuovi schiavi. Ora. Prima che si già troppo tardi. Se non lo è già.
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