La cieca (e stupida) censura di Facebook e il caso Carpeoro


Ho scoperto che l'account su Facebook dell'amico e opinionista di REBUS Giovanni Francesco Carpeoro è stato "oscurato" senza spiegazioni e apparentemente senza motivazioni legittime. 

Non è la prima ne l'unica volta che il "libro delle facce" agisce stupidamente, prepotentemente e ciecamente. Ma la disavventura del Direttore di Hera mi da lo spunto per parlare di un problema che reputo serio: l'impossibilità di gestire la sopravvivenza dei diritti e del diritto di fronte ai grandi colossi del web (Facebook come Google e tanti altri).


La lista dei personaggi "bannati" da FB è lunga e ogni caso sorprende di più. E' il caso del poeta Aldo Nove che con i suoi post estremamente innovativi, provocatori e "socialmente utili" tentava di dare una nuova anima alla vita nei social network. Facebook ha cancellato il suo profilo ben tre volte, azzerando ogni volta tutto il lavoro fino a quel punto costruito.

Ora mi domando: come è possibile che si permetta ad una società privata di agire in barba ad ogni regola (anche le sue)? Come è possibile, e questo è ciò che mi amareggia maggiormente, che la stessa società si comporto in un modo (da agnellino) negli USA e in un altro (da lupo) in Italia? Su chi pesa la responsabilità di queste indebite libertà anti-democratiche? La domanda è retorica, come potete ben capire.

In attesa degli sviluppi, vi propongo la nota di Carpeoro in commento a quanto accaduto:

Ho chiesto spiegazioni (a Facebook ndr) via mail ma non mi hanno risposto. Sulla finestra di disattivazione compare la scritta generica che avrei violato le condizioni d'uso, cosa che, ovviamente, non è avvenuta. Pigiando la scritta per conoscere quale regola avrei violato compare la scritta che non è possibile saperlo per motivi di privacy. Ho conferito mandato al mio legale di denunziarli penalmente, civilmente e davanti alla Autority delle Comunicazioni perchè trovo che quelli di Facebook si siano comportati da banditi. Questo è tutto e non aggiungo altro per pietà di una povera patria che consente a banditi americani che a casa loro sono come agnellini, di venire qui e fare tutto quello che vogliono senza rispettare alcuna regola. Per aprire un bar in periferia un povero disgraziato deve firmare un quintale di carte e reglarsi con almeno 50 leggi diverse, poi arriva un bandito dall'America e fa il pistolero gestendo i diari privati delle persone senza dover rispettare alcuna regola, senza essere obbligato ad avere una sede, un indirizzo dove scrivere, senza dover pagare tasse eccetera eccetera.. Questa è l'Italia, poveri noi.
Gianfranco

Aggiungo che proprio su Facebook ho creato un evento per chiedere a gran voce (popolare) il ritorno dell'account di Carpeoro: http://www.facebook.com/event.php?eid=134032969952130
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